lunedì 16 luglio 2012

Millefoglie di gelato fiordilatte alle noci caramellate con salsa di albicocche e pesche al rum aromatizzata col pepe






"La cosa più pericolosa da fare è rimanere immobili....."


Ricomincio da qui.






Dopo mesi di studio intenso, tra maggio e l'inizio di giugno ho sostenuto le varie prove d'esame che mi hanno dato la qualifica di "Operatore di Sala/Bar" con un punteggio di 99/100.
Tra la scuola, la famiglia, la casa ed il caldo insopportabile dopo, non avevo più le forze per pubblicare le mie ricette anzi, se devo dirla tutta, non avevo proprio più voglia di cucinare.
Il mio cervello era andato in vacanza senza neanche avvertirmi.
L'unico mio pensiero era quello di riposare e liberarmi da tutto lo stress accumulato in questi ultimi mesi.
A quanto pare ci sono riuscita: ora mi sento carica e pronta a rimettermi in carreggiata.
La molla è scattata dopo l'invito al Foodworkshop a Città del gusto di Roma, organizzato dalla Sammontana/Tre Marie, a cui sono stata invitata lo scorso 6 luglio.






Eravamo in 30 foodblogger, ne conoscevo solo 3 di persona: Ady e Alex, con le quali da qualche mese c'è grande feeling, alle quali tengo molto e per le quali nutro grande stima; e Marco, incontrato dapprima nei vari gruppi di facebook, a cui facciamo parte entrambi, e poi a Roma, durante un mio passaggio a fine giugno. Lui è un ometto (oh, Marco, è detto con benevolenza. eh!!! :D ) simpatico e gioviale, col quale mi piace molto ridere e scherzare, ma anche parlare, perchè davanti ad un caffè, quella mattina quando sono andata a trovarlo, abbiamo parlato di tante cose, intersecando quelle positive a quelle negative, ridendo anche sulla piega che avevano preso i nostri discorsi...
Sono stata contentissima di abbracciare finalmente Morena (il colmo dei colmi è che siamo venete tutt'e due e ci siamo incontrate per la prima volta a Roma), Imma e di essere stata in compagnia con Francesca finchè si aspettava l'ora di riprendere il treno per tornare a casa .
Con le altre non c'è stato tanto scambio là direttamente, questo è avvenuto dopo, e si sta via via sviluppando adesso con i contatti web. Eravamo in troppe e tutte impegnate nel prestare attenzione a ciò che avveniva intorno a noi.

La giornata è iniziata con Leonardo Bagnoli, Amministratore delegato dell'azienda, che ci ha raccontato la storia della sua famiglia e spiegato la strada percorsa da quello che sarebbe poi diventato uno dei marchi industriali tra i più conosciuti d'Italia.






Tutto è iniziato dal bar-latteria in via del Giglio a Empoli, acquistato dal nonno Romeo nel 1946.






Il periodo però era molto difficile, nei primi del dopoguerra non era per niente facile sbarcare il lunario, così nonno Bagnoli maturò l'idea di vendere tutto. L'insistenza a desistere dei figli, soprattutto di Renzo, il maggiore, lo convinse a non mollare.
E fu così che: "A metà degli anni Quaranta, data la penuria del bestiame causata dalla guerra, si poneva il problema del reperimento del latte. Si racconta che a Empoli non fosse rimasta una sola mucca da latte e le autorità chiesero al conte Dziediszky, proprietario della fattoria Sammontana a pochi chilometri dal paese, di trasferire alcuni capi di bestiame che teneva in un altro suo possedimento nelle Marche. Sette mucche partirono così alla volta della fattoria Sammontana. La produzione di latte risultò eccessiva rispetto alle esigenze e il proprietario di una piccola latteria nel centro di Empoli si fece avanti e stipulò un accordo con il conte, per usufruire dell'eccedenza: era Romeo Bagnoli. I gelati fatti con il latte fresco della fattoria Sammontana non tardarono a farsi un'ottima fama, in paese e non solo".

In cattedra sono poi saliti: Maurizio Santin, con i suoi consigli su ciò che avremmo dovuto preparare noi nel pomeriggio;





Pino Galloni, food stylist, e Luisa Vallieri, fotografa che hanno arricchito il nostro bagaglio di conoscenze con delle chicche riguardanti alcuni accorgimenti di cui dover tener conto per la preparazione del piatto e la fotografia delle nostre preparazioni.






Dopo aver pranzato, siamo scesi al secondo piano, dove è stato girato il format "Cucina di classe", al quale ha partecipato la mia amica Ady, che si è subito piazzata sul posto che aveva all'epoca della trasmissione.







Abbiamo avuto anche una graditissima visita a sorpresa: Laura Ravaioli.






Sul banco davanti a noi c'erano tutti gli ingredienti di cui avevamo bisogno per creare una ricetta a base di gelato Sammontana e brioche Tre Marie, azienda leader di prodotti lievitati dolci da forno, acquistata recentemente dal marchio Sammontana.
Qui l'assalto, senza avere nessuna idea concreta per la testa.






Il mio spirito ribelle e la mia avversione per le cose imposte in un primo momento non hanno dato spazio alla mia creatività, ma la mia vena artistica ha avuto il sopravvento ed ho iniziato a dar sfogo alla mia fantasia, avendo già da subito in bocca la percezione del gusto di ciò che sarebbe stato poi il piatto finito.
E' così che è nata la mia "Millefoglie di gelato fiordilatte alle noci caramellate con salsa di albicocche e pesche al rum aromatizzata col pepe".
Non è una ricetta vera e propria quella che sto per dare, ma la spiegazione di come l'ho realizzata e delle sensazioni che provavo mentre improvvisavo...

Ho iniziato senza avere la più pallida idea di cosa avrei preparato. Anzi, non ero neanche sicura che da quello che avevo sul mio banco da lavoro, mi sarebbe risultato qualcosa di presentabile. Il buio più totale.
Uscita dalla mia postazione, ho guardato dall'esterno tutto ciò che secondo me poteva servirmi. Non mi piaceva nulla di ciò che vedevo, solo le noci caramellate e le fettine di croissant che avevo appena tostato, non avrei mai scartato.
In quel momento, incuriosito da ciò che stavo facendo, si è avvicinato a me un signore che fa parte dell'azienda. Vedendomi in difficoltà, mi ha citato una frase del film Amici miei atto II:
"Che cos'è il Genio? È fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità di esecuzione" ed ha aggiunto: "E lei con quegli occhi le ha tutte. Si metta all'opera. Sono sicuro che ne uscirà qualcosa di molto buono!".
Spinta dalla carica di questo incoraggiamento, da lì a poco l'idea mi è balenata non appena i miei occhi hanno incrociato una bottiglia di rum: un flambè.
Impossibile da farsi perchè la piastra a disposizione era a induzione e la padella non era adatta a quel tipo di cottura. Poco male, allora...via tutta la frutta che avevo già preso, in cambio di una pesca e 4 albicocche, che ho spellato e tagliato a brunoise.
Ho messo un po' di zucchero a scaldare in una padella prima di aggiungere la dadolata. Dopo che lo zucchero si è sciolto nel liquido rilasciato dalla frutta, ho spruzzato abbondantemente di rum, lasciato evaporare e spento immediatamente.






Ho preso del gelato al fiordilatte e vi ho mescolato delle noci caramellate.
Tutto era pronto per la composizione del piatto:
- dadolata sul fondo;
- strati alternati di sfoglia di croissant e gelato con noci caramellate;
- e, come tocco finale, una bella macinata di pepe sulla salsetta di frutta.

Ho invitato quindi quel signore gentilissimo e Marco ad assaggiare il mio dolce. L'abbiamo diviso in tre. Mi sono raccomandata di non separare i gusti, bensì di assaporarli tutti assieme perchè solo così si poteva sentire l'armonia e l'equilibrio che c'era tra di loro.
"Che le avevo detto? Lo sapevo che sarebbe stata all'altezza. Nessun gusto prevale, gli equilibri dei sapori sono perfetti tra di loro. Brava!"
L'apprezzamento e i complimenti di quel signore e di Marco mi hanno inorgoglito e riempito di gioia.
Ce l'avevo fatta ad esprimere ciò che volevo: l'acidulo della frutta sgrassava il palato e lo puliva dal dolce del gelato, lasciando un piacevole retrogusto piccante che manteneva la bocca fresca. Il tutto arricchito dallo scrocchio delle noci caramellate che non guastava affatto.
Ed avevo vinto ancora una volta la sfida con me stessa.

Ah, quel signore si chiama Piero Piccini ed è l'uomo Sammontana sul territorio, quello che va a visitare i clienti che hanno problemi di prodotto o di cotture. E' un ex pasticcere.

Grazie signor Piero, per aver creduto in me ed avermi spronata a tirar fuori tutta la grinta e la passione che ho per quest'arte. L'abbraccio con affetto!
Grazie anche alla bellissima Chabha Ladijci che mi ha contattata per invitarmi all'evento e ci è stata vicino dal nostro arrivo alla nostra partenza.
E grazie anche alla Sammontana per l'opportunità offertami.

La foto finale del gruppo è doverosa.







N.B. Cliccando sulla foto della mia preparazione, si aprirà il collegamento alla pagina fb da cui si può dare la preferenza cliccando il tasto "Like".
Grazie a chi lo fa, e grazie lo stesso a chi non lo fa. :)














lunedì 19 marzo 2012

Il mio Ris-8 per Risate&Risotti


Risotto monogusto? Nooooo!! Questo è il Ris-8, d'altronde lo dice il suo nome....
E' un'idea originale per un insolito risotto, studiato in otto diversi tipi di preparazione.
Questo perchè il nostro cervello riesca a dare un imput ad ogni assaggio.
L'equilibrio ed il legame tra i gusti, pensati in modo che non contrastino tra di loro, concordano con la policromia degli ingredienti, tanto da pensarlo sulla tavolozza di un pittore.....











In ordine da sinistra verso destra:
- risotto di bruscandoli o luppolo selvatico;
- risotto di rapa rossa;
- risotto di scampi;
- risotto allo zafferano;
- risotto di asparagi;
- risotto al brodo di carota;
- risotto al nero di seppia
- risotto di cannolicchi e vongole


Ingredienti per 8 persone rappresentati per tipo di risotto:


Risotto di bruscandoli:
80 g di riso vialone nano
punte di bruscandoli
un piccolo scalogno 
brodo vegetale
olio extravergine di oliva 
sale q.b
olio extravergine di oliva del Garda anche per la mantecatura


Preparazione:
Soffriggere lo scalogno nell'olio ed aggiungere le punte dei bruscandoli. 
Dopo un paio di minuti, unire il riso, tostarlo, salarlo (questo serve per insaporire meglio il riso) e bagnarlo via via con il brodo vegetale fino a cottura.
Regolare di sale.
Spegnere il fuoco e mantecare con olio extravergine di oliva del Garda.


Risotto di rapa rossa:
80 g di riso vialone nano
brodo ristretto di rapa rossa
un piccolo scalogno
olio extravergine di oliva
sale q.b.
formaggio caprino per la mantecatura


Preparazione:
Soffriggere lo scalogno nell'olio ed aggiungere il riso. Tostarlo, salarlo e bagnarlo via via con il brodo di rapa rossa fino a cottura.
Regolare di sale
Spegnere il fuoco e mantecarlo con il caprino.


Risotto di scampi:
80 g di riso vialone nano
1 spicchio d'aglio
olio extravergine di oliva
una decina di scampi
fumetto di pesce
sale
una noce di burro per la mantecatura


Soffriggere l'aglio nell'olio ed aggiungere un fondo di scampi tritati, lasciandone da parte qualcuno di intero.
Unire il riso, tostarlo, salarlo ed iniziare a bagnarlo fino a fine cottura.
Aggiungere gli scampi messi da parte, regolare di sale e, lontano dal fuoco, mantecare con il burro.


Risotto allo zafferano:
80 g di riso vialone nano
cipolla tritata q.b.
olio extravergine di oliva
15 g di midollo di vitello
brodo di carne
mezza bustina di zafferano
qualche pistillo di zafferano
sale q.b.
Parmigiano Reggiano per la mantecatura


Preparazione:
Soffriggere la cipolla nell'olio, aggiungere il riso, salarlo, tostarlo ed iniziare a bagnarlo col brodo.
A metà cottura aggiungere lo zafferano sciolto in un po' di brodo, continuare per un po' ed unire il midollo di vitello.
A fine cottura, salare, togliere dal fuoco e mantecare con Parmigiano Reggiano.


Risotto di asparagi:
80 g di riso vialone nano
un piccolo scalogno
olio extravergine di oliva
brodo vegetale con aggiunta dei gambi degli asparagi
puntine di asparagi verdi
sale q.b.
olio extravergine del garda per la mantecatura


Preparazione:
Soffriggere lo scalogno nell'olio ed aggiungere il riso. Tostarlo, salarlo e bagnarlo con il brodo.
A metà cottura aggiungere le punte di asparagi e portare a cottura.
Regolare di sale.
Togliere dal fuoco e mantecare col l'olio extravergine di oliva del Garda.


Risotto al brodo di carota:
80 g di riso vialone nano
cipolla tritata q.b.
olio extravergine di oliva
500 g di carote
acqua
sale q.b.
burro aromatizzato alla carota per la mantecatura.


Preparazione:
Per preparare il brodo di carota, frullare le carote con l'acqua e filtrare con l'etamine.
Per preparare il burro aromatizzato alla carota, ridurre del brodo di carota e montare il burro.
Soffriggere la cipolla nell'olio, aggiungere il riso, salarlo, tostarlo ed iniziare a bagnarlo col brodo. Portare a cottura e regolare di sale.
Spegnere il fuoco e mantecare con il burro aromatizzato alla carota.


Risotto al nero di seppia:
80 g di riso vialone nano
1 spicchio d'aglio
1 seppia media tagliata a listarelle
il suo sacchettino di nero
fumetto di pesce
olio extravergine di oliva
burro aromatizzato al limone per la mantecatura


Preparazione:
Soffriggere l'aglio nell'olio ed aggiungere il fondo di seppie ed il sacchettino di nero.
Unire il riso, tostarlo, salarlo ed iniziare a bagnarlo fino a fine cottura.
Regolare di sale e, lontano dal fuoco, mantecare con il burro aromatizzato al limone.


Risotto di cannolicchi e vongole:
80 g di riso vialone nano
cannolicchi e vongole
aglio orsino
olio extravergine di oliva
fumetto di pesce
sale q.b.
una noce di burro per la mantecatura.


Preparazione:
Soffriggere un fondo di cannolicchi e vongole tritate. Aggiungere il riso, tostarlo, salarlo e bagnarlo con il brodo.
Durante la cottura aggiungere l'aglio orsino tagliato a forbice.
A fine cottura aggiungere il resto dei cannolicchi e vongole, regolare di sale e, lontano dal fuoco, mantecare con il burro.


Dividere ogni risotto in otto parti e porzionare in un piatto possibilmente rettangolare, con i risotti tutti in linea.


Questa ricetta partecipa al contest Rice Blogger 2012 













mercoledì 22 febbraio 2012

Taste&Match Venezia: 8 foodblogger, 8 piatti, 8 vini. La mia Torta Nicolotta abbinata al Passito di Verdicchio - Conti di Buscareto a conclusione di serata








Tutto è iniziato da una telefonata di Elisabetta e Anna Maria, con la quale mi invitavano a prender parte all'evento.
In un primo momento non ho potuto confermare per paura che mi si accavallassero due manifestazioni in una stessa giornata, ma la fortuna ha fatto sì che i due weekend fossero differenti; così con mia grande gioia ho potuto confermare ed avere la possibilità di partecipare al TasteandMatch di sabato prossimo,
25 febbraio 2011.
Dopo Roma, il 30 ottobre 2011 e Milano, il 28 gennaio scorso; ora è la volta di Venezia nella splendida Villa Alberti a Dolo, in Riviera del Brenta, zona della aristocratiche Ville Venete.
Dalle 19.30 8 foodblogger proporranno i loro piatti accompagnati da vini in abbinamento, proposti dagli amici di:

 

Zucchero e Viole (Simona Malerba) con il Prosecco Colfondo - Bele Casel
Pane e Miele (Elisabetta Tiveron) con il Trioni White - Badagoni - Georgia
la cucina di qb (Anna Maria Pellegrino) con il Futurosa - Marchesi Incisa della Rocchetta
Gustosamente Insieme (Alessandra Prizzon)  con il Lacrima di Morro - Conti di Buscareto
Di Tv in Tv (Graziella Sanvitale) con il Barbera d'Alba - F.lli Borgogno
La Casetta delle Pesche (Carola Castagna) con il Nobile di Montepulciano - Palazzo Vecchio
Aroma di Casa (Patricia Butturini) con il Brachetto d'Acqui - Cascina Garitina
Dolci e Salate Tentazioni (Lorella Fabris) con il Passito di Verdicchio - Conti di Buscareto






In chiusura di serata, le bollicine di un aromatico Doc Passito di Verdiccchio - Conti di Buscareto, e l'armonia dei sapori sani e genuini della torta, sigleranno la pace tra "Nicolotti", dai uali prende il nome la torta in questione, e "Castellani", fazioni nemiche per molti secoli in una Venezia d'altri tempi.
E tutti vissero felici e contenti......





Scheda tecnica del vino:
Vitigno: Verdicchio 100%
Denominazione: Doc
Colore: giallo dorato carico con riflessi ambrati
Profumo: agrumato, muschiato, frutta candita (datteri, fichi secchi), caramello, giuggiola, miele e una punta di zafferano.
Gusto: dolce, morbido, pieno, fresco e sapido, equilibrato con lunga persistenza gustolfattiva, armonico.
Ritornano il miele, i datteri e fichi secchi in retro olfattivo.


La Torta Nicolotta

Nella Venezia d'altri tempi si usava celebrare le feste parrocchiali con un proprio piatto. Chi godeva di una particolare importanza era la parrocchia di San Nicolò dei Mendicoli, i cui abitanti erano chiamati Nicolotti. I parrocchiani preparavano per la festa del Patrono una torta, all'epoca, molto originale chiamata "Torta Nicolotta". L'ingrediente principale era il pane raffermo, al quale prese il posto la polenta, quando nel '700 si diffuse lo stato di povertà.

Pillole di Storia veneziana
I Nicolotti erano acerrimi nemici degli abitanti di Castello: i Castellani, situati all'estremo opposto della città nella zona di San Pietro di Castello (io :P ).
Tra le due fazioni c'era molta rivalità, alimentata e favorita dal Governo in modo tale che il popolo fosse diviso, quindi controllabile senza difficoltà.
Almeno una volta l'anno, Nicolotti e Castellani si incontravano sul Ponte dei Pugni nei pressi di Campo San Barnaba a Dorsoduro, per scontrarsi violentemente combattendo a mani nude. Lo scopo era quello di buttare nell'acqua del rio sottostante i nemici: vinceva la squadra che riusciva a farne cadere di più.
La sfida durava da settembre a Natale e iniziava con dei duelli per terminare in rissa. Col tempo la lotta si era allargata anche ad altri ponti, ma nel 1705 gli scontri furono proibiti dopo che dai pugni si iniziò a passare ai coltelli.




Ingredienti:
350 g di pane raffermo,
150 g di uvetta sultanina
50 g di cedro candito a pezzetti (cedrini)
80 g di grappa
la rapatura di un limone
1 l di latte
100 g di burro
200 g di zucchero
5 uova medie
1 cucchiaino di cannella in polvere
zucchero a velo q.b.

Preparazione:
Ammollare l'uvetta e i cedrini nella grappa e lasciare minimo una mezzoretta a macerare.
Tagliare il pane a fettine sottili e porlo in una ciotola.
Portare a ebollizione il latte con il burro e lo zucchero, quindi versare tutto sul pane per ammorbidirlo.
Mettere da parte fino a che il latte non sia stato completamente assorbito dal pane.
Sbattere le uova in una ciotola assieme alla rapatura di limone e la cannella ed unire al composto di pane.
Amalgamare bene ed aggiungere l'uvetta e i cedrini scolati dalla grappa.
Imburrare ed infarinare una tortiera da 26 cm di diametro e versare il composto.
Cuocere in forno già caldo a 200° per circa 50 minuti e, comunque, fino a che la superficie non abbia
formato una crosticina dorata e la consistenza della torta sia quella di una polenta bella compatta.
Spolverare con zucchero a velo

mercoledì 1 febbraio 2012

Gamberoni al curry, flambati al Brandy, in crema di ceci di Cicerale e peperoni croccanti



E' una preparazione che, nonostante la sua semplicità, fa la sua bella figura.
I miei ospiti l'hanno apprezzato molto quando l'ho portato in tavola per la cena della Vigilia di Natale.
Si presenta bene ed è un perfetto equilibrio di colori e sapori: i ceci si sposano benissimo con crostacei, frutti di mare e molluschi ed i peperoni completano e bilanciano quest'idilliaca unione.
Non è un piatto che avevo previsto di preparare: in effetti nessuno di quelli che sono usciti dalla mia cucina quella sera, erano stati pensati prima.
Per fortuna che la mia dispensa è sempre ben fornita, così posso dar sfogo alla fantasia che mi ispira la materia prima che mi trovo tra le mani, in questo caso il pesce e, nello specifico di questa ricetta, dei bellissimi gamberoni.

Dal momento che il mio piatto è colorato, lo abbino al "Carving in the kitchen - recipe number ten" del blod di Ornella "Ammodomio"e intitolo sia l'opera dello scultore Stefano Bianco che la mia : "Metafora e similitudine".






Ingredienti per 6 persone:
Per i gamberoni al curry:
18 gamberoni grandi
1 cucchiaino di curry
olio extravergine q.b.
1 spicchio d'aglio
sale e pepe q.b.
Brandy q.b.
un po' di brodetto fatto con i carapaci e le teste dei gamberi

Per la crema di ceci:
250 g di ceci di Cicerale
sale, pepe e olio extravergine q.b.
acqua q.b.

Per i peperoni croccanti:
mezzo peperone giallo 
mezzo peperone rosso

Un po' di prezzemolo tritato per la decorazione finale del piatto.



Preparazione:
La sera prima lavare i ceci e metterli in ammollo in acqua tiepida per almeno 12 ore.

Lavare i peperoni e tagliarli nel senso della lunghezza con uno spessore di circa 1 cm e adagiarli sulla leccarda coperta da cartaforno.
Inserire nel forno preriscaldato a 100° e lasciarli fino a completa essicazione, generalmente un paio d'ore.
Togliere e lasciar raffreddare.

Nel frattempo preparare la crema mettendo i ceci ammollati a bollire in abbondante acqua fino alla loro cottura.
Regolare di sale e pepe e, aggiungendo a filo l'olio, montare con un frullatore ad immersione.

Durante la cottura dei ceci, preparare i gamberoni mettendo d'apprima a soffriggere l'aglio intero; poi, dopo aver dato una bella scottata ai crostacei, togliere l'aglio e flambare col Brandy (se non si ha la capacità di flambare, aggiungere il Brandy e farlo evaporare normalmente).
Continuare la cottura aggiungendo un po' di fumetto preparato in anticipo con i carapaci e le teste dei gamberoni.
Regolare di sale e pepe.

Comporre il piatto mettendo sul fondo la crema di ceci, i gamberi e sopra i filetti di peperone essicato.
Spolverare il prezzemolo tritato e servire subito.




Come già detto, questa ricetta partecipa al:

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